martedì 25 giugno 2013

L'odore del cibo


Felice di appartenere al genere femminile. Le conferme a volte arrivano inaspettate, nelle occasioni più singolari.
Una cena dallo chef Fabrizio Mantovani a Faenza rivela complicità, gusto e raffinatezza.
Quando le donne si stringono a cerchio davanti a del buon cibo, danno il meglio di sé:
si lasciano sedurre dalla bellezza e dal palato. Si lasciano vivere, tenendo lontana la vita di tutti i giorni. Progettano, ridono, sognano con la consapevolezza che quello spazio fisico sarà il loro nascondiglio del momento.

Quattro donne, alcune amiche e nuove conoscenze. Uno spazio bianco ad accoglierle, luci ben studiate, teatrali.
Uno chef che accompagna le sue creazioni, raccontando di esse.




Gusti delicati con accenni all’estate: albicocca, pesce crudo, olio di cedro. Un’esplosione per i sensi.




Lasciandomi guidare dalla serata, mi sono immaginata due profumi per l’occasione.
Due presenze sulla tavola dalle lievi onde: “Iperborea” di Lorenzo Villoresi, un profumo dalle note di fiori bianchi, di mughetto, ciclamino e pesca. Discreto, femminile, frizzante ma non troppo e “Intelligence & Fantasy” di Geza Schoen: agrumato, fruttato, dove le note di albicocca e thè verde la fanno da padrone. Un odore di questa stagione, di questo momento e di quel buon cibo.





Nebulizzati nell’aria prima della degustazione al palato. In piccoli supporti di ceramica nell’ambiente. Come a volte un’esperienza può diventare un gioco a tutto tondo.

Progetti in bianco da riproporre e nuovi orizzonti si spiegano di fronte a me. Mi vedo già una damina degli anni ’30, nella bellissima cornice dell’albergo che ospita il ristorante e la cucina di Fabrizio Mantovani.



Persone sedute in quello stesso tavolo che vivono appieno l’esperienza della vita: uno chef che racconta le sue storie e una profumiera che le trasforma in odore.